“Progetto pilota per l’istituzione della figura di ostetrica di famiglia / comunità, intendimenti della Giunta regionale”
All’interpellanza di Porzi (misto) l’assessore Coletto risponde: “La figura è già prevista nei servizi territoriali. Sul progetto pilota invece non ci sono indicazioni normative per poterlo prevedere negli atti di programmazione. Se la sperimentazione venisse normata la accoglieremmo”
12 Set 2023 12:34
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(Acs) Perugia, 12 settembre 2023 - L’interrogazione a risposta immediata relativa al “Progetto pilota per l’istituzione della figura di ostetrica di famiglia / comunità, intendimenti della Giunta regionale”, presentata dal consigliere regionale Donatella Porzi (Misto) è stata discussa questa mattina dall’Assemblea legislativa dell’Umbria.
Il consigliere regionale di opposizione ha illustrato l’atto ispettivo spiegando che “solo in 2 regioni e 1 provincia autonoma la disponibilità di consultori è in linea con quanto previsto dal legislatore e in 7 regioni l’utenza è più che doppia rispetto a quanto previsto dalla legge. Nei consultori la presenza media settimanale per un’utenza di 20mila residenti è di sole 24 ore per la figura dell’ostetrica, di 15 ore per la figura dello psicologo, di 11 ore per la figura del ginecologo e 10 ore per la figura dell’assistente sociale (dati media nazionale). L’Ostetrica di Famiglia / Comunità potrebbe contribuire significativamente a colmare un deficit di assistenza che vede i seguenti dati nazionali: il 15% delle donne soffre di vulvodinia; il 10-15% delle donne in età produttiva sono affette da endometriosi. Le donne con diagnosi conclamata sono almeno 3 milioni; il 21% delle madri dichiara di aver subito violenza ostetrica durante il parto; il 25% delle donne soffre di incontinenza urinaria; il 30% delle donne soffre di prolasso (sopra ai 50 anni); il 33% delle madri non si sente adeguatamente assistita dopo il parto; il 41% delle donne dichiara di aver subito pratiche lesive della propria dignità psico fisica durante il parto; il 50% delle donne soffre di cistiti; il 70% delle donne ha problemi di diversa natura dopo il parto; il 75% delle donne soffre di vaginiti. L’Ostetrica di Famiglia / Comunità potrebbe contribuire significativamente a colmare un deficit di assistenza sulla infertilità. Si stima infatti che: il 30-50% delle donne infertili o con difficoltà a concepire soffre di endometriosi. Il picco si verifica tra i 25 e i 35 anni, ma la patologia può comparire anche in fasce di età più basse. La diagnosi arriva spesso dopo un percorso lungo e dispendioso, il più delle volte vissuto con gravi ripercussioni psicologiche per la donna. La Giunta spieghi quindi se intende promuovere l’avvio di un progetto pilota per introdurre la figura di ostetrica di famiglia/comunità e quali ruoli intende assegnare a tale figura all’interno del nuovo Piano sanitario regionale e nel nuovo assetto della medicina territoriale”.
L’assessore Coletto ha risposto che “in materia di servizi per la salute vige la deliberazione di Giunta dello scorso 14 dicembre, che prevede la riorganizzazione dei servizi territoriali in Umbria, dove il consultorio familiare femminile è punto nodale della presa in carico con servizio prevenzione e psicologo che svolgono a loro volta un ruolo essenziale, anche verso scuole, associazioni di volontariato e organi giudiziali, con adeguate equipe mediche dove già si trovano ostetriche, ginecologi, mediatori culturali, con un approccio multidisciplinare. Sul progetto pilota invece non ci sono indicazioni normative per poterlo prevedere negli atti di programmazione. Il Ddl del 2021 ha sì istituito la figura dell’ostetrica di famiglia e di comunità, ma successivamente non lo ha disciplinato. La struttura dei consultori familiari prevede tale figura all’interno delle case di comunità insieme a infermieri, medici, pediatri di libera scelta e tutta la struttura. Qualora si decidesse di mettere in atto una sperimentazione si otterrebbe un duplicato di una cosa già prevista. Se venisse normata saremmo ben lieti di accogliere un adeguato finanziamento e inserire questa figura nella struttura”.
Nella replica conclusiva, Porzi ha detto che “la richiesta non nasce certo da una mia specifica esigenza, per cui chiedo al Presidente del consiglio di trasformare questa interpellanza in una mozione da discutere in Aula”. PG